Mismatch domanda-offerta di lavoro: operazione ascolto di Confindustria Trento, che lancia la proposta di un osservatorio permanente sul territorio
Secondo Unioncamere-Excelsior, in Trentino nel mese di agosto le entrate di difficile reperimento rappresentano il 51,9% sul totale. Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è un problema che accomuna tutti i settori: ad oggi, è la maggiore tra le criticità segnalate dai titolari d’impresa e dalle persone in età lavorativa.
Per contribuire a meglio comprenderne le ragioni, Confindustria Trento ha condotto un’indagine presso le imprese associate e presso gli studenti di alcune scuole secondarie di secondo grado, dell’Alta Formazione Professionale e dell’Università di Trento. Si tratta di una delle attività di maggiore rilievo svolte nell’ambito dell’edizione 2024 del progetto Duemilatrentino, realizzato grazie al contributo scientifico di The European House – Ambrosetti e alla main partnership di Sparkasse, i cui risultati saranno presentati all’Assemblea di Confindustria Trento il prossimo autunno.
Presenti alla conferenza stampa Fausto Manzana e Roberto Busato, presidente e direttore generale di Confindustria Trento, Nicola Calabrò, amministratore delegato e direttore generale di Sparkasse, Pio Parma, Senior Consultant e Project Coordinator.
“In un mondo del lavoro che mai prima d’ora aveva visto convivere cinque generazioni, con un calo demografico importante e già in corso da anni, è già nota l’importanza di lavorare su fabbisogni e opportunità – ha spiegato Manzana –. Prima ancora di incrociare domanda e offerta, il primo passo è l’ascolto: lo abbiamo fatto in quella che definirei un’operazione sperimentale, che già dice molto e che crediamo dovrebbe diventare una buona consuetudine del nostro sistema provinciale. Penso a un osservatorio permanente, in grado di fornire informazioni sempre aggiornate, necessarie a porre in essere strategie in grado di aumentare l’attrattività del nostro sistema economico, e con esso del nostro territorio”.
Dal punto di vista metodologico, le due survey parallele hanno permesso di sovrapporre le risposte dei due campioni per individuare, su alcuni aspetti specifici, le distanze che separano la domanda dall’offerta. I risultati restituiscono diverse conferme e alcune evidenze inaspettate che, analizzate in maniera correlata, aiutano a individuare alcuni ambiti d’azione sui cui lavorare, come sistema, per contrastare questo fenomeno. Di seguito vengono riportati degli highlights interessanti.
Poca consapevolezza: se pure quasi la metà del campione degli studenti ritiene di vivere in un territorio che offre un livello di opportunità alto o molto alto, il 67% degli studenti non si ritiene abbastanza informato sulle opportunità lavorative presenti in Trentino. Questo dato da una parte ci pone davanti a una poca capacità del sistema di comunicare al meglio le opportunità lavorative che il nostro territorio offre ma, guardando in prospettiva, ci stimola a migliorare i nostri metodi per arrivare a questo grande platea ancora poco informata.
Canali diversi: i risultati ci mostrano come domanda e offerta passano spesso da canali di comunicazione e contatto diversi, rendendo più difficile il matching. il mismatch più elevato è quello sull’Agenzia del Lavoro, utilizzato dal 56% delle imprese, contro il 10% degli Universitari che lo utilizzano per le loro ricerche. In termini di conoscenza delle opportunità il primo canale desiderato dagli studenti è quello dei progetti tra Scuola-Università e Impresa (circa il 70%) mentre solo il 28% delle imprese li realizza come modalità di presentarsi agli studenti. Due aspetti ci permettono di ragionare insieme ai diversi stakeholders per creare davvero un canale di comunicazione delle opportunità che sia adatto alle nuove generazioni.
Numero di posizioni aperte nell’industria: abbiamo chiesto alle imprese quali fossero i loro fabbisogni professionali attuali in termini numerici, con una suddivisione per funzioni aziendali. A livello macro le 150 imprese coinvolte sono alla ricerca di circa 1000 nuove persone. Un dato eclatante se relazionato al numero di entrate previsto nell’intera provincia, secondo la stima di Excelsior-Unioncamere, che nel mese di agosto ne prevede 4000: si tratta infatti del 25% delle posizioni aperte su tutto il territorio. Un numero che ci mostra come il settore industriale sia in grado di offrire opportunità importanti dal punto di vista occupazionale.
Settori più attrattivi: d’altra parte, alla domanda posta agli studenti su quali siano i settori che offrono più opportunità lavorative, la risposta dei giovani delle scuole superiori si è diretta verso il turismo, mentre per Università e AFP i settori dell’Energia e ambiente e dell’ICT vengono percepiti come più attrattivi. Anche questo dato ci permette di fare una riflessione sul lavoro di sistema che ancora è necessario, soprattutto in fase di orientamento dei giovani e delle loro famiglie, per comunicare al meglio le opportunità di settori industriali che, oltre a creare posti di lavoro, offrono delle condizioni di alto livello per i giovani.
Salari competitivi: in ottica di qualità del lavoro gli stipendi che le imprese sono disposte a pagare per un giovane sono maggiori rispetto alle aspettative degli studenti stessi. Il 69% degli studenti universitari accetterebbe uno stipendio inferiore ai 24k lordi mentre il 73% delle imprese offrirebbe un salario superiore ai 24k lordi. Un risultato che ci rassicura su una tematica centrale come quella dei salari e che ci permette di lavorare su tutti gli aspetti che parallelamente vengono ritenuti come fondamentali per gli studenti: welfare, flessibilità, formazione.
Restare in Trentino: il 47,1% degli studenti desidera restare a lavorare in Trentino nel prossimo futuro. La stessa percentuale scende al 33% per il cluster degli studenti universitari. I principali motivi per cui uno studente ha intenzione di stare in Trentino a lavorare sono l’alta qualità della vita e la possibilità di conciliare vita e lavoro, due aspetti che diventano strategici anche in ottica di attraction, oltre che di retention. In generale, trattenere 1 studente su 2, se trasposto alla totalità degli studenti, sarebbe senza dubbio positivo per il territorio.