Dazi USA nei confronti dell’UE
L’America First Trade Policy, inaugurata nel 2025 dal Presidente Donald Trump, ha l’obiettivo di riequilibrare, a livello globale, il sistema commerciale internazionale contabilizzando i costi che gli USA ritengono di subire per effetto di una molteplicità di misure e prassi: i dazi, valutati più alti di quelli applicati dagli USA nei confronti dei prodotti non statunitensi; le imposte, inclusa l’IVA; le misure non tariffarie, quali le autorizzazioni e le certificazioni definite dalle normative nazionali; perfino le misure che causano la deviazione dei tassi di cambio dal valore di mercato. Ogni misura, quindi, che Washington ritiene discriminatoria e dannosa per i prodotti americani e per la loro competitività.
Limitandosi alle misure che producono effetti per le imprese europee, la politica daziaria statunitense si è ad oggi concretizzata in tre gruppi di misure.
- Il 12 marzo sono entrati in vigore due provvedimenti statunitensi (Proclamation 10895 e 10896 del 10 febbraio) che impongono dazi addizionali del 25% su alcuni prodotti in acciaio e prodotti derivati ed un aumento dell’aliquota del dazio addizionale dal 10% al 25% su prodotti in alluminio o derivati, salvo per i prodotti la cui materia prima sia stata fusa e colata (“melted and poured”) negli USA. Questi dazi si applicano non solo alle materie prime acciaio e alluminio, ma anche a molti prodotti che le contengono, individuati tramite classifica doganale USA. Per tali prodotti, le imprese europee sono tenute a presentare alla dogana statunitense la documentazione utile a definire il contenuto di acciaio o alluminio, su cui si applica il dazio.
- La seconda iniziativa intrapresa dall’Amministrazione Trump è stata l’adozione, il 26 marzo, del Proclamation 10908, con cui è stato adottato un dazio del 25% su tutte le automobili prodotte fuori dagli USA (corrispondenti a 17 codici di classifica doganale statunitense), in vigore dal 3 aprile 2025. Il 3 maggio 2025 è entrata in vigore l'applicazione del dazio addizionale del 25% anche per numerose componenti di automobili prodotte fuori dagli USA (corrispondenti a 130 codici di classifica doganale statunitense).
- Terza iniziativa americana è stata, il 2 aprile, l’adozione dell’Executive Order "Regulating Imports with a Reciprocal Tariff to Rectify Trade Practices that Contribute to Large and Persistent Annual United States Goods Trade Deficits". Si tratta di un ampio gruppo di misure daziarie globali, i cosiddetti dazi “reciproci”, tesi, negli intendimenti di Washington, a riequilibrare i dazi applicati sui prodotti statunitensi dagli altri Paesi del mondo. Relativamente all’Unione Europea, l’Executive Order ha previsto l’adozione, a partire dal 5 aprile, di un dazio addizionale del 10% sull’importazione negli USA di quasi tutti i prodotti europei (esclusi alluminio, acciaio e relativi semilavorati, oltre alle automobili, per cui già vige il dazio aggiuntivo del 25%), dazio che avrebbe dovuto essere incrementato al 20% a partire dal 9 aprile. Qualora il prodotto contenga almeno il 20% di componenti aventi origine Stati Uniti, il dazio addizionale è applicato solamente sul contenuto non originario degli USA. In attesa di approfondimenti da parte dell’Amministrazione Trump, il dazio addizionale non si applica ai beni elencati nell' Annex II dell’Executive Order, individuati tramite voce doganale riferibile alla tariffa doganale USA. Si tratta di prodotti appartenenti alle categorie chimico-farmaceutica, gomma-plastica, legno, metallurgico e elettronica e semiconduttori.
Il 9 aprile il presidente Trump ha annunciato una sospensione di 90 giorni, ossia fino al 14 luglio 2025, sull’incremento dei dazi reciproci introdotti contro tutti i Paesi. Tuttavia, i dazi reciproci di base del 10%, attivi dal 5 aprile per tutti i Paesi, quelli sulla Cina che hanno raggiunto circa il 145%, quelli del 25% su acciaio/alluminio attivi dal 12 marzo e quelli sulle automobili, attivi dal 3 aprile (e per la componentistica dal 3 maggio), rimangono in vigore. Nei confronti delle nuove misure daziarie statunitensi, l’Unione europea sta valutando come reagire ma non ha ancora attivato contro-dazi specifici. La Commissione europea ha avviato due consultazioni pubbliche, la prima in marzo e la seconda in maggio, su alcuni elenchi di importazioni statunitensi che potrebbero diventare oggetto di contromisure da parte dell'UE, qualora i negoziati in corso tra l'UE e gli Stati Uniti non portino a un risultato reciprocamente vantaggioso e all'eliminazione o quanto meno all’attenuazione dei dazi statunitensi.
- La prima consultazione di marzo ha dato luogo, il 9 aprile, all’adozione di un dettagliato programma di contromisure commerciali in risposta alle tariffe USA sulle importazioni di acciaio e alluminio. Le contromisure avrebbero dovuto in vigore a step: il 15 aprile una prima tranche del valore di 3,9 miliardi di euro; il 16 maggio una seconda tranche del valore di 13,5 miliardi; e il 1° dicembre una terza tranche del valore di 3,5 miliardi. I prodotti statunitensi colpiti dalle contromisure europee sarebbero prodotti agricoli e industriali di uso corrente, come soia, carne, tabacco, ferro, acciaio e alluminio, ossia i settori americani che fanno maggiore affidamento sulle esportazioni transatlantiche. Il 10 aprile l’Unione Europea ha deciso di sospendere per un periodo di 90 giorni, ossia fino al 14 luglio 2025, l’adozione di queste contromisure.
- La seconda consultazione, di risposta ai dazi reciproci e ai dazi sulle automobili e sulle parti di automobili statunitensi, è in corso di svolgimento e si concluderà il 10 giugno. L’elenco sottoposto a consultazione riguarda importazioni dagli Stati Uniti per un valore di 95 miliardi di euro e copre un'ampia gamma di prodotti industriali e agricoli. La Commissione europea sta inoltre consultando le possibili restrizioni su alcune esportazioni di rottami d'acciaio e di prodotti chimici dall'UE verso gli Stati Uniti, per un valore di 4,4 miliardi di euro. La predisposizione delle liste e l’avvio della consultazione rappresentano una fase necessaria in questo processo che, tuttavia, non comporta automaticamente l'adozione delle contromisure. In base ai contributi raccolti, la Commissione europea finalizzerà la sua proposta per l’eventuale adozione delle contromisure, previa consultazione con gli Stati membri, come previsto dall’iter procedurale.
- Parallelamente, l'UE ha aperto una controversia presso l'Organizzazione mondiale del Commercio contro gli Stati Uniti denunciando l’introduzione dei dazi statunitensi in violazione del diritto multilaterale.
Le prime stime (Fonte ISPI) indicano che nel breve periodo, i citati dazi statunitensi produrranno una riduzione del PIL dello 0,4% per l’Unione europea, un calo doppio rispetto a quello americano (-0,2%).
L’impatto sarà probabilmente maggiore se l’Unione europea imporrà contro-dazi sui prodotti statunitensi.
