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25 febbraio 2025

Trattativa per il rinnovo del contratto collettivo per l’industria metalmeccanica: “Dalla delegazione datoriale proposte sostenibili in ottica ESG”

“Il rinnovo del contratto collettivo deve ispirarsi ad un fondamentale principio di sostenibilità, sia economica che sociale, e deve contribuire a rendere tutte le aziende del nostro settore più competitive”: così Marco Giglioli, Presidente della Sezione Meccanica, Meccatronica e Impianti di Confindustria Trento, a proposito della trattativa per il rinnovo del contratto collettivo per l’industria metalmeccanica.

“Fin dalle prime fasi della trattativa – spiega Giglioli -, Federmeccanica e Assistal sono state chiare nel sostenere che il rinnovo del contratto deve calarsi nella realtà in ogni sua dimensione. Una prima dimensione della realtà con cui confrontarsi è rappresentata dalle grandi difficoltà del nostro settore, come emerge da tutti gli indicatori più importanti, dalla produzione industriale, all’export fino agli ordinativi e alle prospettive occupazionali. Il tutto in un contesto caratterizzato negli ultimi anni da un esponenziale incremento dei costi che moltissime aziende non hanno trasferito a valle sui prezzi dei loro prodotti. Per questo motivo a nostro avviso appare evidente che le parti dovrebbero convergere responsabilmente verso una soluzione capace di sostenere la competitività delle imprese in un contesto di sostenibilità economica e sociale. In questa direzione si muove la proposta di Federmeccanica di un CCNL ESG, capace di dare risposte importanti alle persone e alle famiglie anche in prospettiva, e di rappresentare al contempo un volano per la competitività dell’intero Sistema”.

La proposta di rinnovo presentata alla fine dello scorso anno dalla delegazione datoriale alle Organizzazioni Sindacali in risposta alla piattaforma sindacale oggetto di confronto nei precedenti incontri conferma tutte le garanzie contrattuali in essere e aggiunge una serie di trattamenti migliorativi volti a proseguire la strada del rinnovamento avviata con il rinnovo del 2016. In particolare, si conferma l’attuale sistema di adeguamento IPCA NEI che, sulla base delle stime sull’inflazione pubblicate dall’Istat attualmente disponibili, comporterebbe un incremento dei minimi tabellari pari a 173,37 euro lordi al livello C3 nel periodo di vigenza 2025-2028. “Non solo – aggiunge Giglioli -. È prevista infatti anche una serie di misure di welfare sociale e solidaristico, volte a sostenere chi ha oggi più bisogno e chi più ne avrà nel futuro. Tra queste spicca sicuramente su tutte l’introduzione, a partire dal 2026, di una copertura assicurativa a totale carico dell’azienda che garantirà alle lavoratrici e ai lavoratori metalmeccanici una rendita pari a 600 euro mensili in caso di insorgenza di non autosufficienza. Sono stati proposti anche incrementi sui contributi a carico dell’azienda per quanto concerne la previdenza complementare e l’assistenza sanitaria integrativa, e ancora: l’innalzamento a 400 euro a regime dei flexible benefits esistenti se i 200 euro annuali attuali verranno destinati a finalità che possono avere una ricaduta in ambiti di interesse generale, con valore sociale e ambientale”.

Ricordiamo che il contratto collettivo nazionale per i lavoratori addetti all’Industria Metalmeccanica privata e alla installazione di impianti era scaduto lo scorso 30 giugno. A seguito della presentazione della piattaforma sindacale per il rinnovo del contratto, nel secondo semestre dello scorso anno le parti sociali si erano incontrate più volte, sino alla rottura della trattativa del 12 novembre, a seguito della quale le Organizzazioni Sindacali hanno proclamato uno sciopero nazionale di 8 ore, che in Trentino è stato indetto per 4 ore, il 10 e il 14 gennaio. A questa prima astensione ne è seguita un'altra, venerdì scorso. Come da indicazioni di Federmeccanica, Confindustria Trento ha somministrato un questionario alle aziende metalmeccaniche associate per rilevare il numero di lavoratori che hanno aderito allo sciopero indetto per lo scorso 14 gennaio. Al questionario hanno risposto 25 aziende, che rappresentano un totale di 2477 dipendenti. La percentuale di adesione allo sciopero è stata in quella occasione pari al 30,32%.

Federmeccanica si riunirà nelle prossime settimane per decidere le prossime azioni.